Settembre

Carissimi parrocchiani 

 

Le feste patronali non risolvono d’incanto i problemi che assillano una comunità, ma, soprattutto se collocate all'inizio dell’Anno Pastorale, ci offrono uno spazio per sostare, riunirci insieme e guardare in alto, in modo da persuaderci che non siamo soli, che c’è speranza in un futuro migliore il cui avvento dipende anche dal nostro impegno e dalla nostra inventiva che allontana il buio della rassegnazione.

La festa patronale offre anche un’occasione per riflettere sul cammino percorso che non può dare consolazione. 

Mi accade di sentir esprimere, anche da persone che solo occasionalmente entrano nelle nostre comunità parrocchiale, l’apprezzamento per l’accoglienza, per la disponibilità delle persone che svolgono i vari servizi e per il clima di famiglia che qui si respira. Non siamo una comunità perfetta. Anche tra noi sussistono pareri diversi, talvolta discordanti, serpeggiano malcontenti e mormorazioni, ma vengono sportivamente e cristianamente superati. Dobbiamo rendere grazie a Dio per questo e a tutti quelli che sanno anteporre ai propri gusti personali il bene comune e la concordia.

In occasione delle due Feste della Madonna, che vivono grazie al generoso apporto di mente, di cuore e di braccia di tanti volontari, desidero esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine a tutte le persone che con dedizione diuturna, operosa e silenziosa, assicurano il necessario e anche il sovrabbondante per la vita della comunità, per l’organizzazione delle manifestazioni, ma soprattutto per le tante iniziative formative che la generosità del volontariato rende possibili. 

Dunque, “Facciamo festa!” (Luca 15,24). È l’invito del Padre misericordioso, che con il cuore pieno di gioia accoglie il figlio tornato a casa! È lo stesso invito che Papa Francesco rivolge alla Chiesa, comunità di discepoli missionari, chiamata a prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare.

 

Chiediamo alla Madonna che ci accompagni con la dolcezza del suo sguardo, affinché tutti, in questo anno pastorale, possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. 

 

don Stefano